Carissime bimbe, questa semplice
frase ve la scrivevo sinceramente nel giugno 1998, in calce
ad un mio lavoro scientifico-divulgativo che avevo preparato
per esordire in un progetto ampio e razionale in
collaborazione con l’Archimedia di Grosseto, il centro
Maurizio Passerone di Perinaldo, e gli amici del Po di Cardè:
quel lavoro intitolato QUA-PA-1 (quaderni di patologia
ambientale) avrebbe potuto essere il primo di una collana.
Invece poi le cose si sono evolute
in modo negativo: ho avuto l’intermezzo del ricovero
ospedaliero tra il novembre 1998 ed il febbraio 1999 con
l’intervento alla carotide comune destra, eseguito da due
splendidi colleghi medici, che mi ha restaurato per bene. Ho
ripreso immediatamente il lavoro con l’entusiasmo di sempre,
nonostante una seria diminuzione della capacità visiva. Sono
anche ritornato al mio personale approccio di generosità verso
il prossimo, tentando di portare a conoscenza dell’uomo della
strada tutto ciò che, medico e ricercatore, ho avuto la
fortuna e la volontà di imparare a cominciare dai lontani anni
cinquanta. In ciò ho continuato la mia scelta di base che mi
aveva fatto privilegiare la divulgazione delle conoscenze
piuttosto che la ricerca pura. Questa seconda, più asettica e
meno utile alla gente comune, mi avrebbe fatto guadagnare
quegli allori scientifici che vanno sotto il nome di impact
factor, che sono esclusivamente un simbolo e uno strumento
di quella mafia della scienza biomedica internazionale che da
alcuni anni imperversa in un mondo globalizzato, sempre più
sciocco e crudelmente omicida. Anche l’attuale consorteria
scientifica indulge nei silenzi, nelle connivenze, nelle
complicità che sono troppo frequentemente gli strumenti che
permettono lo scempio che sta violando ora l’ambiente e che lo
renderà meno vivibile nel prossimo futuro, quando voi sarete
donne cresciute.
Avrete già capito che il nonno
Giancarlo sta fuori dal coro, non perché voglia fare il
guastafeste, ma solo perché, laico in tre dimensioni, ama
svolgere attività divulgativa delle sue conoscenze come se
essa costituisse la sua personale preghiera, nell’ambito di
una religiosità naturale. Questa scelta di voler essere serio
ed onesto ha comportato per il nonno una punizione classica
da parte delle gerarchie che dominano su un popolo di sudditi.
Infatti, proprio nel 1999 è stato privato del finanziamento di
ricerca da parte del ministero della pubblica istruzione che,
per mano del suo revisore anonimo ha punito i due presupposti
fondamentali del progetto di ricerca: 1) la doverosa
informazione dell’opinione pubblica e 2) la segnalazione alla
magistratura di fatti illeciti riscontrati nel corso
dell’attività scientifica di medico, come prescrive il codice
penale.
Ancora una volta sono stato
bersaglio della congiura del silenzio. Cammin facendo, nel
tentativo di autofinanziare, se non nuove ricerche in campo,
almeno l’attività divulgativa a favore dei cittadini ignari
che, pagate le tasse, avrebbero il diritto di sapere
per evitare i rischi dell’inquinamento ambientale, ho
inventato il G.Ri.P.P.A. (Gruppo
di Ricerca
per la Prevenzione
della Patologia
Ambientale).
Ma ora, dopo tre anni di un’attività di lavoro e di studio
sempre tesa al massimo livello, soddisfacente sotto molti
punti di vista, soprattutto morale, mi trovo povero come
prima, bisognoso di tutto e di tutti. Poi, oltre alla grave
indigenza finanziaria, negli ultimi tempi, sono incappato in
troppi soggetti che, nonostante un’ipocrita offerta di
collaborazione, si sono manifestati imbecilli, disonesti,
fannulloni, appartenenti a quelle tre categorie descritte nel
mio autococcodrillo, e coi quali non riesco a
convivere proficuamente, pur essendo del tutto tollerante.
Talora, quando le cose vanno in un modo quasi tollerabile,
sono ostacolato da uno smaccato egoismo.
Tuttavia devo dire che davanti ai
miei occhi, nella mia mente, c’è ora un progetto che potrebbe
sembrare ambizioso, e forse anche rischioso. Gli esempi di Chico Mendes, di Martin Luther King, di Piero Capurro, mi
hanno insegnato molto, e non vorrei finire bersaglio o vittima
di un attentato da parte di quel mondo che potrebbe essere
definito non solo sciocco ma talora anche essere omicida.
Una via alternativa, di vendere il
mio silenzio all’inquinatore di turno, per esempio quello del Cecinate, mi avrebbe reso ricco togliendomi dal bisogno
materiale che sto affrontando ora, ma mi farebbe sentire un
verme. Nel dossier giornalistico sulla Valdicecina è stata
testimoniata questa mia scelta che è stata molto apprezzata
da Alessandro il babbo di Silvia e di Viola, lo zio di Alice.
Devo anche aggiungere che non è questo l’insegnamento che ho
ricevuto dai miei genitori, i vostri bisnonni Peppino ed
Aurelia, che non mi hanno lasciato grandi fortune materiali
ma un incommensurabile patrimonio morale, la serietà e
l’onestà.
Ora spero di poter concludere,
entro il 2002, nonostante tutte le difficoltà di cui ho
detto, le ultime tappe della preparazione dei dieci dischetti
multimediali per la divulgazione dei capisaldi della
prevenzione della patologia ambientale, perché ritengo che
essi potranno contribuire a difendere la collettività dai
rischi dell’inquinamento. Però, di fronte al fatto che ciascun
dischetto costerà due milioni di lire, oltre l’IVA, per le
cause riferite in precedenza, non dispongo più di alcun
finanziamento pubblico o privato, malgrado le numerose
richieste che ho presentato su molti tavoli, che non hanno
ancora dimostrato un reale e serio interesse per la mia
iniziativa.
Pertanto, se a breve non avrò
risposte positive da costoro, mi troverò costretto a decidere
di impiegare, per la realizzazione di questa generosa
iniziativa, una parte dei quattrini che ho ricavato dalla
vendita dell’appartamento abitato a Novara per quarant’anni
dai vostri bisnonni, Peppino ed Aurelia. Sono certo che molti
mi considereranno fesso per tale scelta; tanto più ciò sarà
possibile perchè, in genere, quando un dipendente dello stato
ha bisogno di denaro per comprare casa, per sposare la
figlia, o per coprire le spese di cure mediche costose, accede
alla cessione del quinto, riscuotendo in anticipo dallo
stato un quinto delle sue competenze, a tasso agevolato. Io ho
invece deciso di fare il contrario, regalando al prossimo, ed
a fondo perduto, il costo di questa mia iniziativa.
Ovviamente intitolo questo lavoro, tanto utile per la
collettività, col nome di Giuseppe e di Aurelia Ugazio (cfr.
pag. 30).
Sento il dovere di dire questo a
voi, perché proprio a voi potrà essere sottratta questa
somma, ma sono certo che comprenderete la mia decisione come
un coerente proseguimento, e conclusione, di ciò che ho fatto
finora (cfr. pag. 31) e che non la biasimerete, soprattutto
quando, scolare e studenti, potrete consultare il set
dei dieci dischetti, ed ovviamente, come chiunque, fruire dei
loro insegnamenti.
Un grazie di cuore ed un augurio
affettuoso perché il vostro futuro sia felice e sereno, dal
nonno
Giancarlo |