Il piombo è stato nell’antichità, lo è oggigiorno, ed è
prevedibile che lo sarà in futuro, non solo un elemento della
tavola periodica di Mendeleev, ma anche un prezioso strumento
tecnologico, oltre che un perverso agente patogeno con cui deve
fare i conti la salute dell’uomo.
Esso non si limita
a produrre nell’essere umano adulto un ampio complesso di malanni
che configura la cosiddetta sindrome saturnina, o saturnismo, ma
lo colpisce anche allo stato embrionale e fetale, assai prima che
venga alla luce, in una condizione biologica per la quale da
molti non gli è ancora riconosciuto lo status di persona
umana, eppure è già esposto ai veleni ambientali - causa
surrettizia di disastri per la salute.
In queste
circostanze, per altro molto delicate, la tossicità del piombo può
esprimersi come causa di alterazioni morfologiche, più o meno
gravi e talora letali per il feto, oppure ledere alcune delle
funzioni più delicate del sistema nervoso centrale, che culminano
con la caratterialità infantile, composta da ipereccitabilità,
deficit di attenzione e perdita di punti potenziali di
intelligenza, e che può sfociare nell’adulto in un comportamento
asociale, antisociale, o talvolta del tutto delinquenziale. Tali
manifestazioni dell’embriotossicità del piombo, testimoniate dalla
vasta letteratura scientifica biomedica attualmente disponibile,
fanno dell’agente patogeno del saturnismo un nemico pubblico che
non può essere sottovalutato né trascurato, soprattutto quando si
opta seriamente per la prevenzione primaria della patologia
ambientale.
Questo
lavoro, dopo aver dato uno sguardo d’insieme della sindrome
saturnina, si prefigge di dare una risposta ad un quesito
spontaneo ma cogente che pone di regola, nella sua semplicità,
anche l’uomo della strada: “Da dove viene il piombo, quando e come
ci può aggredire e farci del male?”
La consapevolezza
è in sostanza la filosofia di base della nota di CD-9, un lavoro
suggerito fondamentalmente da tanti quesiti posti all’autore da
profani di scienza biomedica ma interessati in corpore vili
in qualità di pazienti in atto o destinati a divenirlo, e che è
stato intitolato “Cosa non fare o come farla meglio”.
Infatti, come ogni medaglia ha il suo rovescio, altrettanto si può
credere che ad ogni rischio ambientale corrispondano una scelta e
un comportamento propositivi. Essi garantirebbero a noi
contemporanei ed ai nostri discendenti un ambiente migliore,
insieme con preziosi vantaggi per la sua interfaccia: la salute. |