La
progressione standard dell’essere umano di fronte agli insulti
provocati dall’inquinamento ambientale, vera scommessa, può subire
un’accelerazione da parte del sinergismo tossicologico, basato
sulla compresenza di diversi veleni ambientali. In questo caso è
come se assistessimo alla proiezione di un film d’azione con uno
strumento in cui la frequenza delle immagini fosse stata regolata
ad una gradazione maggiore.
Per esempio, questo effetto biologico indesiderabile potrebbe
esser causato dal fatto che più di un veleno neurotossico, oppure
diversi veleni nefrotossici aggredissero nello stesso tempo, gli
uni il sistema nervoso centrale, gli altri l’apparato renale. Nel
caso di esposizione ad un singolo veleno: a mercurio, oppure a
piombo, oppure a stagno, oppure ad alluminio, il danno potrebbe
limitarsi ad un certo livello. Ma qualora intervenissero tutti
insieme le lesioni sarebbero molto più gravi di una mera
sommazione aritmetica, sia dal punto di vista della gravità, sia
soprattutto per la precocità del superamento dell’orizzonte
clinico. Un aspetto simile può interessare anche il rene quando
fosse leso dalla combinata piombo-mercurio. Poi lo stesso rischio
di sinergismo tossicologico interviene quando il tessuto osseo è
colpito da piombo insieme con adeguate dosi di cadmio. Il primo
metallo è causa dell’osteoporosi, il secondo provoca l’osteomalacia.
La tempistica e la gravità della sintomatologia è sensibilmente
anticipata da questa accoppiata funesta, tutt’altro che rara od
impossibile. La conseguenza sta nel possibile anticipo della
comparsa delle fratture patologiche, cioè quelle spontanee, sotto
carico, non traumatiche.
Il sinergismo di veleni ambientali, che potrebbe anche passare
sotto il nome di effetto cocktail, si attua perché sposta
l’equilibrio tra l’aggressione e le difese dei tessuti a favore
della prima componente. Di conseguenza, tutti i fenomeni
patologici che fanno seguito al superamento dell’orizzonte
clinico, e soprattutto di quello dell’irreversibilità dei danni,
avvengono prima del previsto, compresi il depauperamento della
qualità della vita, oltre all’esaurimento del credito della durata
di essa, con riferimento alla trattazione del Cd-4.
Va da sé che, anche e soprattutto nelle circostanze del sinergismo
tossicologico, è innegabile l’esigenza che il sanitario sia
consapevole dei rischi dell’inquinamento ambientale a spese della
salute umana, che cerchi adeguatamente con un’anamnesi
onesta, che provveda correttamente nella fase diagnostica.
Soprattutto chiunque auspicherebbe che la consapevolezza fosse
messa in atto quanto prima, nella vera prevenzione primaria.
|