Quando l’essere umano si trova
esposto a composti che non sono già veleni veri e propri ma
precursori di agenti nocivi, può incorrere in un incidente di
percorso che lo porta a mettere in atto quei sistemi
enzimatici di cui la natura l’ha fornito, in origine, per
detossicare gli xenobiotici. Questo l’ha aiutato nel passato, da
quando è comparso sulla terra insieme con tante specie animali,-
con le quali condivide le sorti nei confronti dell’ambiente.
Questo è stato l’adattamento all’ambiente basato su ritmi
naturali, lenti: ora tutto è cambiato dopo la rivoluzione
industriale a seguito del progresso tecnologico e di quello
scientifico biomedico. Oggigiorno le carte in tavola sono
cambiate, ci troviamo di fronte a molecole ed a situazioni
ambientali che i nostri antenati, in primis i Romani ed i
Greci manco si sognavano esistessero. Per la verità la gens
della Roma imperiale insudiciava il mondo con i metalli pesanti
maneggiati in quel tempo, soprattutto il piombo, e soccombette al
saturnismo di cui fu vittima, nelle sue più varie espressioni
cliniche.
Ma ora, oltre agli elementi che
ledono direttamente i distretti del nostro organismo, dobbiamo
affrontare una miriade di composti inventati di recente ed usati
nei diversi settori produttivi. L’uomo ha posto in essere una
lista di nuovi xenobiotici che continua ad espandere
illimitatamente giorno dopo giorno. E’ proprio verso queste
preziose e perverse novità della chimica fine che dobbiamo fare i
conti, soprattutto con i rischi del potenziamento tossicologico
basato sull’induzione enzimatica. Il risultato finale è costituito
da alterazioni dell’andamento della vita che non può essere
considerato un adattamento, nel significato favorevole di questa
espressione: infatti esso implica un decadimento della qualità di
vita ed un accorciamento dei crediti di attesa di vita considerati
normali per un società alla quale il progresso scientifico ha
garantito anche un allungamento teorico dell’attesa di vita.
Il buon senso potrebbe
consigliare di acquisire la massima consapevolezza di questi
rischi ambientali, da parte sia dell’uomo della strada, sia del
cultore della scienza medica se si sceglie di non lasciare alle
generazioni future un modo invivibile, somigliante a quello che
vide l’estinzione della gens della Roma imperiale. La
storia ci insegna che essa fu sostituita dai barbari sopraggiunti
via via da terre lontane: Visigoti, Ostrogoti, Unni, Longobardi
e così via, magari infestati da parassiti, ma sani di mente e
fertili.
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